La leggenda delle Pietreionne

C’era una volta ...

… un luogo arido e pietroso. Una terra che nessun animale osava attraversare, nella quale nessun corso d’acqua osava scorrere, sulla quale perfino il vento si rifiutava di soffiare. Nessun uomo abitava le sue colline spoglie, nessuno tentava di coltivare quella terra dura.


In quel demanio, chiamato Campo Piano, non abitava nessuno, o quasi. In quella terra, adagiata su di un morbido pendio, viveva una famiglia di pietre. Erano pietre piccole, lisce, di un colore grigio intenso con riflessi candidi. Erano lì da sempre, silenziose e misteriose. Le uniche a rompere la desolante solitudine di quel luogo.

 

Un giorno un piccolo torrente, L’Acqua Lenta, si perse e si allontanò dal suo corso naturale fino ad arrivare accanto a quelle pietre portando dentro i suoi flutti mille racconti di luoghi lontani. L’acqua bagnò quei sassi ed essi d’improvviso iniziarono a ingrandirsi, disegnando sulla loro superficie forme strane. Animali, montagne mai viste, alberi sconosciuti comparvero come scavati sulle rocce.

 

Poi quella famiglia di pietre iniziò a sussurrare quelle storie in maniera quasi impercettibile. Il piccolo torrente ne fu contento perché per la prima volta i racconti che custodiva prendevano forma. Chiamò il vento affinché trasportasse quei racconti nel mondo. Ed il vento arrivò su quella terra, e prese a soffiare attorno alla famiglia di pietre raccontando anche egli le storie che aveva raccolto tra le montagne e le valli. E le pietre ancora una volta si gonfiarono e crearono più e più forme bisbigliando le nuove storie.

 

Il vento tornò altre volte a visitare quella famiglia di pietre portando con sé anche i semi di mille alberi e piante che arrivarono nella terra di Campo Piano e misero radici attorno a quei sassi per ascoltare le loro storie. Ed anche loro, come il torrente ed il vento, raccontarono le loro piccole novelle alla famiglia di pietre. E quei semi crebbero e divennero morbidi fili d’erba, rigogliosi arbusti, maestosi alberi. In quella terra, una volta brulla, ora scorreva zampillante l’acqua, soffiava leggero il vento e la natura cresceva forte e florida.

 

E le genti iniziarono a visitare quella terra. Il cuore, il corpo e lo spirito degli uomini si rasserenavano sotto l’ombra di quelle foglie, abbeverandosi nell’acqua di quel torrente, facendosi accarezzare dal quel vento sottile e soprattutto ascoltando le storie di quella famiglia di pietre. E la voce si sparse tra i villaggi: “Le Grandi Pietre. Le Pietre Ionne che raccontano storie.”

 

Così iniziarono a chiamarli quei sassi perché nel dialetto del luogo “Ionne” significava grandi. Dopo anni ed anni la leggenda delle pietre si perse nel tempo e nelle storie centenarie degli uomini. Il ricordo delle Pietre Ionne ed il luogo dove esse avevano dimora sbiadì nella memoria fin quasi a scomparire. Ma qualcuno riscoprì la leggenda della famiglia di pietre e pensò di farla rivivere.

 

Oggi, in quel luogo chiamato Campo Piano, sorge una struttura che rievoca quella leggenda: l’agriturismo PIETREIONNE.

 

Lì, su di un morbido pendio, tra ulivi e viti accarezzati da leggere brezze profumate di fiori di campo, dove il cri cri dei grilli e il cinguettio degli uccellini tiene lontani i suoni rumorosi della civiltà, ancora oggi il corpo allevia i suoi affanni, lo spirito si rinfranca e il cuore si rasserena.

 

Lì forse, nascoste dietro un tronco o distese su di un verde prato, vivono ancora le magiche Pietre Ionne.

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